martedì 13 gennaio 2009

L'ora delle tentazioni...






Avevo immaginato che la voglia di parlare e scrivere qui mi tornasse, ma non è andata così.
Forse perchè mi sono accadute cose che non mi piace ricordare.
Però, questa canzone, mi riporta troppo indietro nel tempo.
Non rono riuscita ad ignorarla...
Quindi, ricomincio da qui.

giovedì 2 ottobre 2008

Sleeping in - the postal service -

Appena avrò una connessione decente, mettero bianco e nero tutto ciò che ho tralasciato da un pò di tempo a questa parte... la mia musica, la mia estate, il mio viaggio a dublino, l amia vacanza a roma... e forse le mie notti bianche!!! Ma per ora solo "sleeping in" dei the postal service...






Last week i had the strangest dream
Where everything was exactly how it seemed
Where there was never any mystery on who shot john f kennedy
It was just a man with something to prove
Slightly bored and severely confused
He steadied his rifle with his target in the center
And became famous on that day in november

Dont wake me i plan on sleeping
Dont wake me i plan on sleeping in
Dont wake me i plan on sleeping
Dont wake me i plan on sleeping in

And then last night i had that strange dream
Where everything was exactly how it seemed
Where concerns about the world getting warmer
The people thought they were just being rewarded
For treating others as they like to be treated
For obeying stop signs and curing diseases
For mailing letters with the address of the sender
Now we can swim any day in november

Dont wake me i plan on sleeping
(now we can swim any day in november)
Dont wake me i plan on sleeping in
Dont wake me i plan on sleeping
Dont wake me i plan on sleeping in

Dont wake me i plan on sleeping in
Dont wake me i plan on sleeping
OOo oOo oOo

venerdì 29 agosto 2008

Numeri primi (parte prima)

Personalmente ho un'idea diversa dei numeri primi: arroganti e presuntuosi, egoisti e un pò subdoli, lasciano intravedere solo quell'aspetto indivisibile della loro essenza, nascondendo agli altri e a se stessi che comunque non sono soli, infatti loro possono dividere..
Possono dividere altri numeri, facendo così la differenza per loro e per gli altri... è questo, inoltre, non li rende soli!!!
Ma questo brano mi ha un attimo affascinato
:

"I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci. Il secondo pensiero lo sfiorava soprattutto di sera, nell'intrecciarsi caotico di immagini che precede il sonno, quando la mente è troppo debole per raccontarsi delle bugie.
In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli : sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perchè fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l'11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43.
Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli.
Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l'uno all'altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finchè non li scopre.
Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero."

La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano

giovedì 17 luglio 2008

Impronte digitali



Causa trasloco, sono stata costretta a vivere senza televisione per circa due mesi.
Causa Fugacità degli eventi, in quei due mesi non ho avuto il piacere di leggere nemmeno un giornale.. neanche uno!
Constatato il fatto che rimango pessima..
Ieri, finalmente riesco ad riavere la mia televisione! Ero felicissima.
In questi due mesi sono completamente e forse volutamente, rimasta fuori dal mondo, avevo semplicemente avuto qualche notizia filtrata da qualche amico sulla questione "Magistrati versus Berlusconi", e per dovere di cronaca, non so neanche come sia finita!
Ieri accendo la televisione, e finalmente riesco a vedere un telegiornale.
Macchè è sta storia delle impronte digitali..?
Ecco perchè la televisione non mi è mancata.
Perchè se dovevo sentire Cretinate, prendevo e andavo da qualche amico a farmi due risate in allegria!!!

"Finché il colore della pelle di un uomo non avrà più valore del colore dei suoi occhi; finché i diritti umani fondamentali non saranno ugualmente garantiti a tutti, senza distinzione di razza; fino a quel giorno, il sogno di una pace duratura, la cittadinanza del mondo e le regole della morale internazionale resteranno solo una fuggevole illusione, perseguita e mai conseguita."

Haile Selassie I (1892-1975), Sovrano Etiope
Discorso tenuto alle Nazioni Unite, a New York, il 4 ottobre 1963

martedì 15 luglio 2008

Dov'e` finito il bosco? E' scomparso

Nel 1854, il "Grande Capo Bianco" di Washington si offri` di acquistare una parte del territorio indiano e promise di istituirvi una "Riserva" per il popolo indiano. La risposta del "Capo" Seattle e` stata descritta come la piu` bella e la piu` profonda Dichiarazione mai fatta sull'ambiente.



"Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L'idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell'aria, lo scintillio dell'acqua sotto il sole, com'e` che voi potete acquistarli? Ogni parco di questa terra e` sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura ed ogni ronzio degli insetti e` sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo. La linfa che cola negli alberi porta con se` il ricordo dell'uomo rosso. I morti dell'uomo bianco dimenticano il loro paese natale quando vanno a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai questa terra magnifica, perche` essa e` la madre dell'uomo rosso. Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli; il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli, la cresta rocciosa, il verde dei prati, il calore dei pony, e l'uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. Per questo, quando il Grande Capo Bianco di Washington ci manda a dire che vuol acquistare la nostra terra ci chiede una grossa parte di noi. Il Grande Capo ci manda a dire che ci riservera` uno spazio per muoverci affinche` possiamo vivere confortevolmente tra di noi. Egli sara` il nostro padre, noi saremo i suoi figli. Prenderemo, dunque in considerazione la vostra offerta ma non sara` facile accettarla. Questa terra, per noi, e` sacra. Quest'acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non e` solamente acqua, per noi e` qualcosa di immensamente piu` significativo; e` il sangue dei nostri padri.
Se noi vi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordarvi che esse sono sacre, dovrete insegnare ai vostri figli che e` terra sacra e che ogni riflesso nell'acqua chiara dei laghi parla di avvenimenti e di ricordi della vita del mio popolo. Il mormorio dell'acqua e` la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete. I fiumi sostengono le nostre canoe, sfamano i nostri figli. Se vi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordarvi, ed insegnarlo ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri, e i vostri fratelli e dovrete dimostrare per i fiumi lo stesso affetto che dimostrereste ad un fratello.
Sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi. Per lui una parte di terra e` uguale all'altra, perche` e` come uno straniero che arriva di notte ed alloggia nel posto che piu` gli conviene. La terra non e` un suo fratello, anzi e` un suo nemico e quando l'ha conquistata va oltre piu` lontano. Abbandona la tomba dei suoi avi e di cio` certo non se ne preoccupa. La tomba dei suoi avi, il patrimonio dei suoi figli cadono nell'oblio. Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere come si fa con i montoni o con le pietre preziose. Il suo appetito divorera` tutta la terra e a lui non restera` che il deserto. Io non so. I nostri morti sono diversi dai vostri. La vista delle vostre citta` fa male agli occhi dell'uomo rosso.
Ma forse cio` e` perche` l'uomo rosso e` un selvaggio e non puo` capire! Non esiste un posto accessibile nelle citta` dell'uomo bianco. Non esiste un posto per vedere le foglie ed i fiori sbocciare in primavera, o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse e` perche` io sono un selvaggio e non posso capire. Il baccano sembra insultare le orecchie. E quale interesse puo` avere l'uomo a vivere senza poter ascoltare il rumore delle capre che succhiano l'erba o il "chiacchierio" delle rane, la notte, attorno allo stagno?
Io sono un uomo rosso e non capisco. L'indiano preferisce il suono dolce del vento che slanciandosi come una freccia accarezza la faccio dello stagno, e preferisce l'odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina, o profumato dal pino pieno di pigne. L'aria e` preziosa per l'uomo rosso, giacche` tutte le cose respirano la stessa aria; le bestie, gli alberi, gli uomini tutti respirano la stessa aria.
L'uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira. Come un uomo che impieghi parecchi giorni a morire resta insensibile alle punture. Ma se noi vendiamo le nostre terre, voi dovete ricordare che l'aria per noi e` preziosa, che l'aria divide il suo spirito con tutti quelli che fa vivere. Il vento che ha dato il primo alto al nostro Grande Padre e` lo stesso che ha raccolto il suo ultimo respiro. E se noi vendiamo le nostre terre voi dovrete guardarle in modo diverso, tenerle per sacre e considerarle un posto in cui anche l'uomo bianco possa andare a gustare il vento reso dolce dai fiori del prato. Considereremo la vostra offerta di acquistare la nostre terre. Ma se decidiamo di accettare la proposta io porro` una condizione: l'uomo bianco dovra` rispettare le bestie che vivono su questa terre come se fossero suoi fratelli.
Io sono un selvaggio e non conosco altro modo di vivere. Ho visto un migliaio di bisonti imputridire sulla prateria, abbandonati dall'uomo bianco dopo che erano stati abbattuti da un treno che passava. Io sono un selvaggio e non comprendo come il "Cavallo di ferro" tutto fumante, possa essere piu` importante dei bisonti quando noi li uccidiamo solo per assicurarci un mezzo per sopravvivere. Che cosa e` l'uomo senza le bestie? Se tutte le bestie sparissero, l'uomo morirebbe di una grande solitudine nello spirito. Poiche` cio` che accade alle bestie, prima o poi accade all'uomo. Tutte le cose sono legate tra di loro.
Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che essi calpestano e` fatto dalle ceneri dei nostri padri. Affinche` i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa e` arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: che la terra e` la madre di tutti noi. Tutto cio` che di buono arriva dalla terra, arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se` stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, bensi` e` l'uomo che appartiene alla terra. Questo, noi lo sappiamo.
Tutte le cose sono legate tra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate tra loro. Tutto cio` che si fa per la terra, lo si fa per i suoi figli. Non e` l'uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne e` soltanto un filo. Tutto cio` che egli fa alla trama lo fa a se` stesso. Lo stesso uomo bianco, col quale il buon Dio si accompagna e parla con lui come due amici insieme, non puo` essere dispensato dal destino comune. Prima di tutto, forse noi siamo fratelli. Noi verremo volentieri. C'e` una cosa che noi sappiamo e che forse l'uomo bianco scoprira` presto: il nostro Dio e` lo stesso vostro Dio. Voi forse pensate che adesso lo possedete come volete possedere le nostre terre; ma non lo potete. Egli e` il Dio dell'uomo, e la sua pieta` e` uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco quanto per l'uomo rosso. Questa terra per lui e` preziosa. Nuocere alla terra e` come ricoprire d'ingiurie il suo Creatore. Anche i bianchi spariranno; forse prima di tutte le altre tribu`. Infettate i vostri letti, ed una notte vi troverete soffocati dai vostri detriti. Ma morendo voi brillerete con splendore, ardenti della forza di Dio che vi ha portati sino a questa terra e per qualche disegno particolare vi ha fatto dominare questa terra e l'uomo rosso. Questo destino e` per noi un mistero, perche` non riusciamo piu` a comprendere quando i bisonti vengono massacrati tutti, i cavalli selvaggi domati, gli angoli piu` segreti delle foreste invasi dagli uomini, quando la viste delle colline in pieno fiore e` imbruttita dai fili che parlano. Dov'e` finito il bosco? E' scomparso. Dov'e` finita l'aquila? E' scomparsa.
E' la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza".

giovedì 10 luglio 2008

Dreams




La mia vita cambia ogni giorno.
In ogni modo possibile,
e nonostante i miei sogni
non è mai piatta come sembra.
Mai piatta come sembra.

Lo so che mi sono sentita così anche prima,
ma ora lo sento anche di più.
Perché viene da te..
Allora apro gli occhi e vedo
che la persona che va alla cieca sono io,
un modo differente di essere

Voglio di più, impossibile ignorarlo
Impossibile ignorarlo.
E allora i miei sogni si realizzano,
Impossibile non farlo.
Impossibile non farlo.

E ora ti parlo apertamente,
hai il mo cuore, quindi non ferirmi.
Di tutto quello che non ho saputo trovare.
Parlami mente sorprendente,
così comprensivo e così gentile!
Sei tutto per me

lunedì 7 luglio 2008

la cicala e la formica

In una calda estate, un’allegra cicala cantava sul ramo di un albero,
mentre sotto di lei una lunga fila di formiche
faticava per trasportare chicchi di grano.
Fra una pausa e l’altra del canto, la cicala si rivolge alle formiche:
“Ma perché lavorate tanto, venite qui all’ombra a ripararvi dal sole,
potremo cantare insieme!”
Ma le formiche, instancabili, senza fermarsi continuavano il loro lavoro..
“Non possiamo! Dobbiamo preparare le provviste per l’inverno!
Quando verrà il freddo e la neve coprirà la terra,
non troveremo più niente da mangiare e solo se avremo le dispense piene
potremo sopravvivere!”
“L’estate è ancora lunga e c’è tempo per fare provviste prima che arrivi l’inverno!
Io preferisco cantare! Con questo sole e questo caldo è impossibile lavorare!”
Per tutta l’estate la cicala continuò a cantare e le formiche a lavorare.
Ma i giorni passavano veloci, poi le settimane e i mesi.
Arrivò l’autunno e gli alberi cominciarono a perdere le foglie
e la cicala scese dall’albero ormai spoglio.
Anche l’erba diventava sempre più gialla e rada.
Una mattina la cicala si svegliò tutta infreddolita,
mentre i campi erano coperti dalla prima brina.
Il gelo bruciò il verde delle ultime foglie: era arrivato l’inverno.
La cicala cominciò a vagare cibandosi di qualche gambo rinsecchito che spuntava ancora dal terreno duro e gelato.
Venne la neve e la cicala non trovò più niente da mangiare: affamata e tremante di freddo, pensava con rimpianto al caldo e ai canti dell’estate.
Una sera vide una lucina lontana e si avvicinò affondando nella neve: “Aprite! Aprite, per favore! Sto morendo di fame! Datemi qualcosa da mangiare!”
La finestra si aprì e la formica si affacciò: “Chi è? Chi è che bussa?”
“Sono io, la cicala! Ho fame, freddo e sono senza casa!”
“La cicala?! Ah! Mi ricordo di te! Cosa hai fatto durante l’estate, mentre noi faticavamo per prepararci all’inverno?”
“Io? Cantavo e riempivo del mio canto cielo e terra!”
“Hai cantato?” replicò la formica, “Adesso balla!”




Certo, la Cicala cantava.. ma la formica è stata davvero pessima!!!